Sono sempre in super ritardo su tutte le scalette che mi ero fatta per la pubblicazione dei miei post in relazione al progetto Gente del Fud!
Dopo aver conosciuto il paese di Santo Stefano di Sessanio ,borgo medievale in provincia dell’Aquila, e dopo aver scoperto come si coltivano e producono le famose lenticchie di Santo Stefano, oggi vi racconto di un altro paese e di un altro ottimo prodotto.
Ci spostiamo di regione e dall’Abruzzo arriviamo nel Lazio, e precisamente nel comune di Sora in provincia di Frosinone.
L’origine del nome Sora, risale forse a radici endoeuropee, derivanti da Sor roccia ed acqua, riferendosi ai due luoghi che circoscrivono geograficamente la parte storica del paese, la roccia del Monte San Casto e l’acqua del fiume Liri.
Il fiume Liri attraversa la città vecchia e forse per chi come me, ci gira spesso per quelle strade non ammira molto il paesaggio, ma visto con l’occhio del turista è davvero una bella cittadina.
Sora si conosce per i natali illustri che ha dato al grande attore regista Vittorio de Sica, gironzolando per la città si trova la targa sulla piazzetta dove l’attore era solito giocare da piccolino.
Nel periodo primaverile e autunnale poi, c’è una grande fiera, Fiera Campionaria di Sora, una delle più grandi del centro Italia, su l’arredo, la casa, attrezzature agricole, mobili, macchine, vestiti da sposa…insomma c’è di tutto!Ogni tanto ci sono andata, ma di certo non è il mio genere di fiera…almeno per ora non avrei davvero nulla da comperare!
Invece, ogni volta che sono da quelle parti non posso esimermi dal fare il famoso giretto al mercato. Detta così sembra un mercatino di paese e invece nella città di Sora ogni giovedi del mese ( anche con il diluvio!) si svolge il mercato; un mercato che percorre la parte vecchia della città occupando tantissime strade e stradine, dove puoi comperare di tutto , dall’articolo vintage, ai vestiti dell’outlet di grandi marche, le scarpe, le borse, i cestini di vimini, sedie antiche, libri….e poi c’è tutta un ‘area adibita alla vendita dei prodotti locali:vegetali, frutta, formaggi, miele, salumi, insaccati.Le vecchiette dei paesi portano le loro verdure nella piazza, attrezzano i grandi cesti in vimini ed espongono le loro merci come si faceva un tempo.
Di solito il mercato è pienissimo, c’è gente che viene da tutti i paesi limitrofi.Un tempo il mercato aveva un ruolo fondamentale perchè era il posto di sambio di molte merci dei contadini e commerianti della zona. Oggi il mercato è un luogo di scambio, incontri , chiacchiere compere…e mangiate!
E si, perchè non esiste sorano o ciociaro che durante il giro al mercato non compera almeno due CIAMMMELLE SORANE, una per riportarla a casa e una da mangiare subito!
Questa particolare ciambella, che ha ottenuto il marchio De.Co( denominazione di origine comunale) è una ciambella fatta di grando tenero, acqua, sale, lievito naturale.Viene prima lavorata, poi formata dalle sapienti mani dei produttori locali, intrecciata con la famosa forma delle “recchie” e poi, dapprima lessata e infine ripassata in forno. Ha un gusto inconfondibile è morbidissima all’interno e un profumo rustico dai dai semini di anice, all’esterno invece è croccante e lucida.Viene venduta direttamente nel mercato, dove quasi ogni ora arrivano caldissime appena uscite dai forni.
Io di solito ne compero 3! Una la mangio mentregironzolo per il mercato,una la riporto a casa e una me la riporto anche a Roma.
Ho avuto la possibilità di parlare con i due produttori che hanno ottenuto il riconoscimento di denominazione e la loro ciambella è la sola e unica Ciammella Sorana, la Ciambelleria Alonzi e la Tatangelo G.& C.
Il riconoscimento cita:” La denominazione “ciammella sorana” è riservata solo ed esclusivamente al prodotto ottenuto in conformità del disciplinare approvato dal Consiglio Comunale circa un anno fa. Devono essere rispettati standard ben precisi: la ciambella deve avere forma tondeggiante e coronamento con le cosiddette “recchie”, dimensioni prestabilite, colore dorato, peso minimo di 300 grammi. Gli ingredienti da usare per l’impasto sono esclusivamente farina di grano tenero, acqua, lievito naturale, sale e semi di anice o di finocchietto selvatico”
Ho trovato anche la ricetta della ciammella, quindi un giorno voglio provare a rifarla e di sicuro vi mostrerò i risultati, per ora vi lascio qualche foto di come si può consumare questa delizia ciociara.
Il miglior modo per gustarla è spezzarla a mano e mangiarla così al naturale, ma se accompagna un bel piatto di pomodori freschi presi dall’orto conditi con olio di casa e origano di montagna e cipolle fresche…allora davvero non si può davvero resistere!
Ps: non vi ricorda niente il nome di uno dei due produttori???:P Bravi è proprio quello che stavate pensando….e se non avete capito…nemmeno ve lo dico!:D
Alla prossima mission!!!Buona giornata a tutti 😀
Taty says
>Wow…interessantissimo questo post!!! Si imparano tante tradizioni e cose nuove!!!
E chissà che buone queste ciambelle!
Deborah says
>Complimenti, post interessante e goloso 😉
Anonymous says
>Da Ciociara non posso che apprezzare queste ciambelle e questo post 😉
Passiflora says
>ma che figata! scusa la poca finezza ma è talmente bella sta "ciammella" .. proprio stupenda da vedere, LA VOGLIO! 🙂 Baci
Mamma Papera says
>bellissima mai vista in vita mia :O
Alessia says
MA che bello questo post ……….. sarà perchè sono Sorana? ^_^
nel post leggo che sei spesso in paese ma non mi dire che siamo “vicine di casa”. Adoro il tuo sito e ne traggo molta ispirazione, ho iniziato dal lievito madre e ora cercavo appunto la ricetta della “ciammella”,
Cranberry says
ma dai?!?!?!? 😀 Io non sono Sorana, ma stando lì vicino ci vado spesso spessissimo..sono del paese che finisce per –Iucc!:D