Ed eccoci al secondo appuntamento con la new entry in casa Cappuccino e Cornetto, la mia rubrica Food e Design.In questa rubrica cercherò di farvi conoscere con foto e interviste il mondo del food e del design, perchè questi due termini vanno sempre più a braccetto.Ho volutamente inserito una “E” tra le due parole Food e Design proprio per distinguerli dalla parola Food Design che sta ad indicare tutta quella branca del cibo in cui si crea e si impiatta il cibo come un’opera d’arte. Parlerò anche di quello in questa mia rubrica, ma volevo sottolineare invece la combinazione del food (cibo in tutte le sue sfumature) e il design(il profilo estetico di un qualsiasi oggetto) che bene si avvicina al mondo del food.
Oggi inizio con il PANTONE.
Tutti saprete che il PANTONE è un sistema di identificazione dei colori, spessissimo in giro si vedono delle “palette” di tantissimi colori con dei numeri sopra che indicano il codice di quel colore…se avete quel codice potete recarvi da aziende grafiche, tessili, di materie plastiche, di architettura e colorifici e chiedere un solo e unico colore standardizzato per tutti.
Ma, forse, alcuni di voi non sanno che LA PANTONE in principio non era altro che il nome dell’azienda statunitense che si occupava di tecnologie per la grafica e che nel 1963 creò questo sistema di identificazione.Per capire meglio però la storia del colore unificato ( perchè qualcosa ancora non mi era ben chiaro) ho chiesto al mio amico Blueberry o meglio Valerio ( graphic designer, diplomato all’Accademia delle Belle Arti in grafica d’arte e progettazione, con più di 10 anni di esperienza nel campo dell’editoria e della stampa tipografica e digitale) di “farmi capire” cosa fosse la storia del pantone e dei colori standardizzati.
Lascio direttamente a lui la parola e nel frattempo vi mostro come il colore e il PANTONE in principal modo, sia entrato a capofitto nel design della nostra vita quotidiana e infine vi mosterò il pantone nel food.
collane e oggetti di gioelleria “Pantone” sono sempre più di moda
Cran: Valerio, in parole a me comprensibili, cosa è il Pantone???
Valerio: Pantone è uno standard per la definizione dei colori e il nome deriva dalla Pantone, l’azienda statunitense che lo ha inventato
Il Pantone nella decorazione di interni
Cran: Perchè hanno dovuto standardizzare il codice di un colore e perchè il colore che si vede nel web è diverso dal colore che si vede sulla carta stampata se sono tutti standardizzati?
Valerio: Ci sono vari modi per definire un colore in funzione del mezzo con cui lo vai a riprodurre; i due modi principali sono l’RGBe il CMYK
- RGB sta per Red Green Blue: è il sistema di produzione del colore usato sui monitor LCD (ma anche sui vecchi tubi catodici): in sostanza, in uno spazio abbastanza piccolo da essere indistinguibile ad occhio nudo (ovvero il pixel – acronimo di Picture Element, ovvero l’unità di cui sono composti i display), tre sorgenti luminose (una blu, una rossa ed una verde) si combinano tra loro producendo un colore risultante omogeneo. Ogni sorgente può avere 256 sfumature diverse (che vanno dal completamente spento a completamente acceso), producendo 256x256x256 = 16.7 milioni di sfumature diverse. Quindi, tutte le immagini “pensate” per il monitor e basta (le foto per un sito web, ad esempio) sono definite in RGB. Anche le macchine fotografiche digitali lavorano in RGB perché sfruttando inversamente lo stesso principio “scompongono” la luce nelle tre componenti RGB (è un po’ più complesso di così, ma esula un po’ dal nostro discorso!). Quando occorre stampare un’immagine, però, l’RGB non va più bene: a quel punto entra in gioco il CMYK.
- CMYKsta per Cyan Magenta Yellow blacK (la B si poteva confondere con la B dell’RGB e quindi hanno messo la K); il CMYK sfrutta la tavola dei colori (studiata e “tabulata” da Joannes Itten): Itten definisce i colori primari: il blu, il giallo e il rosso (nel nostro caso ciano e magenta al posto di blu e rosso, vedremo poi con quali conseguenze); oltre a questi tre, ci sono il bianco ed il nero. Nel CMYK si usa solo il nero: il bianco non è gestibile facilmente, quindi la luminosità del colore viene controllata attraverso il nero e la distribuzione dei “punti” di stampa, che diradandosi lasciano emergere il colore bianco della carta.
Alla Pantone decisero che, per superare tutti i problemi legati alla riproduzione del colore dovuti alla differenza che c’è tra i vari modelli di monitor, stampanti ed apparati tipografici presenti sul mercato, servisse una tavola UNIVOCA dei colori, ben definita e facilmente ottenibile (e di sicuro successo per le loro casse!). Crearono così una tavolozza di colori “piatti”, ovvero non combinazione dei 4 colori CMYK, che negli anni è andata aumentando di numero. Attualmente conta 3144 colori diversi (1144 primari e 2000 aggiunti e tabulati nel 2007).
Essendo stata un’operazione commerciale di grandissime proporzioni, ha ovviamente comportato il crearsi di due schieramenti, a favore e contro questa iniziativa.
Il problema più grave è legato alla riproducibilità di una determinata tonalità di pantone con il più diffuso sistema CMYK: alcune di queste tonalità, non sono riproducibili con la combinazione di soli 4 colori, imponendo ad un tipografo stampatore l’utilizzo di un inchiostro Pantone (che però comporta una lavorazione ben più complessa, laddove la stampa prevede anche colori CMYK) o, in alternativa, l’utilizzo di un sistema di stampa, sempre progettato dalla Pantone, detto ESACROMATICO (ovvero a sei colori). Sostanzialmente, ai 4 del CMYK si vanno ad aggiungere il verde smeraldo e l’arancione.
Tra i pro legati all’utilizzo dei colori Pantone c’è sicuramente la resa cromatica garantita e adattata alla stampa su carta LUCIDA (con i colori defititi COATED) e opaca (UNCOATED).
La mia opinione? La Pantone è sostanzialmente la “Apple” della tipografia: si sono inventati un sistema elitario, costoso e complesso da gestire, a meno di farlo in modo un pò “barbaro”, come capita spesso nelle tipografie “low-profile”, dove vengono comprati 8-10 inchiostri di base che, combinati tra loro dallo stampatore, coprono il 90% delle esigenze del cliente medio. Proprio come con la Apple, però, riuscire ad abbracciare in toto la loro filosofia porta a risultati d’eccellenza.
Cran:Ok…credo di aver capito…ed ora mi dici i colori del mio logo che colori pantone sono?:D
Valerio: te lo faccio vedere…
Forte!!
Ringrazio vale per aver risposto alle mie domande e di certo tornerò a disturbarlo presto! ( anzi..se vete qualche dubbio o domanda da fare a Valerio…ditemo a me…ci penserò io a stressarlo per voi!:D)
Tornando a noi…Cercando foto di Pantone e colori pantone nel web mi sono inbattuta su un’azienda che con questa idea ha creato delle vere e proprie collezioni Pantone.
Nel periodo Natalizio in molte vetrine di negozi ho trovato alberi natalizi addobbati con palle di questo genere:
Palle di Natale Pantone!
Grandiose!
L’azienda in questione è la SELETTI:
Dal sito Lovethesign:
“Visionaria, evoluta, pioniera. Dal 1964 Seletti ha fatto la differenza. Nel 1972 la produzione si concentra in Oriente permettendo di anticipare le tendenze di mercato. Negli anni, la produzione diviene sinonimo di eccellenza italiana. A pezzi riconoscibili e ormai celebri, Seletti accosta oggetti provocatori, innovatori, poetici e divertenti che hanno fatto del brand una vera icona.”
La Seletti ha pensato di creare collezioni di
pantone boxes, porta riviste pantone, palle di Natale pantone e le più famose sedie pantone.
eccone alcune…ma sono davvero tantissime
Chissà cosa penseranno di creare ancora! 😀
E nel food direte voi??
Il food si è lasciato trasportare da questa carrellata di colori e nel web si possono trovare biscotti pantone
Idea nata idea della designer e illustratrice americana Kim Neill ( notizie raccolte qui) che per Natale ha deciso di regalare ai suoi clienti questi biscotti 🙂 oppure ancora più azzardato quello che ha cercato di riprodurre il food deisgner francese emilie de griottes che ha creato una serie di “tarte Pantoni” , l’effetto è fantastico:
e vogliamo esagerare??
Prossimamente proverò anche io ad accrescere questa rete di “PANTONARI” 😀
nel frattempo vi lascio con una cartella piena di foto che ho raccolto dal web., preciso che tutte le foto presenti sono presi dalla rete e potete trovarle sulla board Pinterest PANTONE, creata appositamente per mostrarvi il più possibile queste opere.
Per oggi è tutto..spero di riverdermi presto al prossimo appuntamento con FOOD e DESIGN!
Buon fine settimana a tutti!
ps: grazie Valeleeeee 🙂
Francesca says
Post molto simpatico e interessante 🙂
Cranberry says
Grazie Fran^_^
I sognatori di Cucina e nuvole says
Decisamente hai fatto bene e scrivere questo post, io mica sapevo che quella tavola dei colori si chiamasse così! Brava…
Cranberry says
^_^
speriamo che sia utile anche er altri
cinzia says
L’argomento colore mi cattura sempre. Complimenti, un post magnifico e molto esaustivo.
Nel mondo delle vernici il concetto (ma molto primitivo) è stato avvicinato dalla RAL col suo sistema di riferimento, che rispetto a Pantone pare in pieno stile “I Flinstones” 🙂
Ricette per tutti says
Bello ed esaustivo, non era facile spiegare con parole semplici la nascita delle scala cromatica e del business che ci stà dietro…
Il prossimo articolo ci spieghi i colori esadecimali?
Io introduco il primo e l’ultimo colore, e te tutte le info del caso!
#FFFFFF #000000
Ciao
Fabio
Cranberry says
ciao Fabio ^_^
certo..andremo di colori esadecimali 😀
fabrizia says
post carinissimo!
Cranberry says
Sono felice che ti sia piaciuto, spero che seguirai anche i prossimi.
Sonia says
carinissima questa rubrica! ciao bella un abbraccio
Sonia
Cranberry says
Graie mille Sonia, altri articoli a breve ^_^
Spero che seguirai la rubrica